Venerdì passeggiando sul lungo lago di Pallanza ha attirato la mia attenzione un cigno. Vi era una strana immobilità nell'aria, forse per via della pausa pranzo, e pochi rumori a turbare il silenzio.
E' stato il contesto stesso a stimolare in me una riflessione tesa a legare immobilità e prendersi cura.
Spesso in questi mesi ci siamo visti limitati nel movimento. E spesso ci siamo lasciati andare al rilassamento del non poter uscire. I ragazzi con gli occhi gonfi di sonno, spettinati e in pigiama davanti al pc per la didattica a distanza e gli adulti in tuta al supermercato, in giro per la città o per una passeggiata. I visi coperti dalla mascherina.
Un gesto inconscio a rivendicare la libertà? Forse.
Osservando il cigno e i suoi movimenti non ho potuto fare a meno di notare la bellezza del prendersi cura.
Un prendersi cura attento e paziente.
La natura come sempre si rivela una grande insegnante e ci mostra come l'amore si nasconda nella semplicità dei piccoli gesti quotidiani.