Il lasciar andare del corpo è profondamente liberatorio. Pensiamo a quando defechiamo o uriniamo, o a quando rimettiamo a seguito di un'indigestione o di una ...sbornia.
Dopo averlo fatto ci sentiamo bene: più leggeri, più vitali. E questa sensazione si intensifica ulteriormente se per riuscire a liberarci abbiamo sofferto o faticato.
Considerando che il nostro corpo nella sua espressione è diretto e esplicito, non possiamo che accogliere il suo insegnamento: per stare bene è importante lasciar andare.
Eppure questo naturale e fisiologico comportamento diviene molto difficile quando si tratta di lasciar andare un evento o delle parole che ci hanno creato sofferenza, uno stato d'animo o qualcosa del passato che ancora ci provoca dolore.
Tendiamo infatti a trattenere a lungo le tossine che adombrano il nostro cuore. E per schermarci da altro dolore, che non saremmo in grado di tollerare, proveniente dall'esterno, ci chiudiamo in noi stessi a tenuta stagna. E ci sentiamo proprio come quando non andiamo in bagno da un'intera settimana: stanchi, nervosi e intolleranti per il troppo pieno. E più si protrae l'incapacità a defecare e più stiamo male, tanto che alla distanza dobbiamo per forza inventarci qualcosa per riuscire a sederci sulla tavoletta con soddisfazione.
Eppure siamo disposti a dare di matto piuttosto che firmare la resa del lasciar andare quanto ci fa star male. Pensiamo ad una relazione malata: siamo consapevoli del dolore che ci crea, ma nonostante questo non abbiamo il coraggio di staccarci da essa. Vuoi perché abbiamo investito tanto in essa, vuoi perché ne siamo dipendenti, vuoi perché abbiamo paura di non trovare di meglio... le ragioni della nostra resistenza al lasciar andare sono molteplici e sostengono un bilancio negativo giustificandolo. Il fatto che stiamo male diviene marginale di fronte al terrore di stare peggio in caso di ...
Il nostro corpo non sarebbe d'accordo: è molto più saggio di noi e sa bene che il trattenere oltre il naturale limite dei nostri bisogni fisiologici porta malattia.
Nell'ultimo libro: "Leila una storia come tante", edito da Golem Edizioni, ho dedicato particolare attenzione al tema del lasciar andare e alle sue conseguenze. L'ho fatto in modo concreto, grazie alle storie dei diversi personaggi del romanzo.
Il lasciar andare è essenziale per continuare a muoversi, crescere e rinascere.
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