Non è difficile incontrare persone che lamentano dolori, disagi e umori altalenanti.
Non è difficile incontrare persone che si trascinano all'interno di un'esistenza che non li soddisfa
per abitudine o per paura.
Non è difficile incontrare persone demotivate, stanche, frustrate.
Il corpo è uno specchio fedele di questo generalizzato malessere.
Il corpo è il manifesto conclamato di questo generalizzato malessere.
Il corpo è il rivoluzionario ribelle in grado di urlare il suo disagio ai quattro venti
per farsi sentire da chi,
troppo impegnato a correre dietro alla propria vita,
si è dimenticato di se stesso.
Stiamo male?
Bene. Per il nostro bene.
Continuiamo a far finta di niente?
Staremo sempre peggio,
finchè anche la mente vacillerà di fronte al dolore
e innalzerà bandiera bianca.
Nel blocco del corpo risiede la scelta.
La sopravvivenza a cui ci siamo abituati ormai da tempo
sta divenendo insostenibile.
Di fronte all'instabilità della natura
l'uomo,
barricato dietro alle sue certezze,
assiste attonito alla sua impotenza.
Solo un atto di umiltà
e un'apertura alla trasformazione
lo renderanno libero dai castelli di cemento
che ha costruito intorno a sè con indefessa inconsapevolezza.
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