Avete mai provato la sensazione della sabbia tra le mani? Essa non può essere trattenuta e scivola via. Per quanto ci si sforzi, il risultato non cambia.
Non è la stessa sensazione che proviamo quando vorremmo trattenere qualcosa nella nostra vita e non ci è dato poterlo fare? Cosa scatena in noi la sabbia tra le mani?
Questa percezione scatena in noi un mare di emozioni: rabbia, senso di impotenza e frustrazione, sfiducia, delusione.
Il nostro corpo si raggomitola su se stesso e si irrigidisce, acuendo ancor più l'atteggiamento di chiusura che ci pervade.
E più tentiamo di forzare gli eventi, maggiore è la tensione che accumuliamo.
La mente ha facile gioco su un corpo sempre più bloccato e invade ogni cellula di pensieri ed emozioni, rendendoci difficile uscire dal tunnel buio dell'assenza di fiducia.
E se il fatto che la sabbia ci scivoli tra le mani fosse una benedizione? Mai che ci venga da pensarlo.
Siamo talmente focalizzati sulla percezione della perdita da non vedere altro.
In questi momenti, l'atteggiamento migliore è la resa, unitamente all'osservazione consapevole.
Difficile a realizzarsi a livello mentale, ma non fisicamente.
Il corpo è teso e accartocciato? Rilassiamolo e distendiamolo.
Il corpo è bloccato? Agiamo, facendo qualcosa di pratico come una passeggiata.
Il corpo è invaso dai pensieri? Focalizziamoci su qualcosa che ci piace come la musica, il disegno, il giardinaggio... non possiamo fermare le rimuginazioni, ma è in nostro potere direzionare l'attenzione altrove.
A volte, sono sufficienti alcuni semplici accorgimenti per tornare ad una dimensione di oggettività.
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