Quando il corpo brontola, non lo fa mai invano. Ogni malessere ha sempre origine da un disagio più profondo che non ci permette di vivere con serenità.
Tendiamo spesso ad ignorare i segnali che il corpo ci invia fintanto che non divengono un impedimento evidente a ostacolare la nostra quotidianità. A questo punto possiamo esser certi che il corpo avrà accumulato un numero di disagi proporzionale alla nostra forza di resistenza e quando ci bloccherà, saremo a pezzi (o quasi). Ci ritroveremo così per le mani il famoso corpo cipolla: risolvi un problema e te ne ritrovi subito davanti un altro. Armarsi di sana pazienza senza arrabbiarsi è l'approccio migliore: la nostra resistenza deve trasformarsi in coccole, attenzioni e riposo. D'altro canto, è importante assumersi le proprie responsabilità: il corpo non è un nemico che ci odia nè un robot indistruttibile, ma lo specchio di quello che siamo. E se il corpo non ci piace sono guai, in quanto non si può fuggire da se stessi ed è insano iniziare una battaglia contro se stessi, in quanto il vinto e il vincitore coincidono e siamo solo e sempre noi.
Per la medicina cinese tradizionale il medico non era colui che curava la malattia, ma colui che manteneva in salute il paziente: da questa capacità dipendeva la sua bravura. Abbiamo un po' perso di vista questa prospettiva, ma credo sia importante rivalutarla soprattutto per lo stile di vita ed i ritmi frenetici a cui siamo regolarmente sottoposti. Riposo, esercizio e sana alimentazione raramente sono elementi prioritari nella nostra vita e le conseguenze sono visibili a tutti.
Naturalmente uscire dal conformismo di una vita in corsa richiede disciplina e sacrificio, ma è sempre possibile farlo. Determinante risulta il volerlo fare.
Nel volume IL RITMO DEL CORPO ho cercato di proporre una possibilità di trasformazione che non richiedesse uno sforzo inadatto alla quotidianità (si tratta di dedicare anche solo 10 minuti o una mezz'oretta al giorno alla pratica), ma che risultasse efficace nel riportare l'attenzione al corpo e ai suoi bisogni grazie all'ascolto e alla consapevolezza.
Non si conquistano le vette correndo in discesa, a volte è bene ricordarlo.
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