A volte mi soffermo a pensare alle ragioni per cui un malessere si manifesta nel corpo. La mia esperienza mi ha mostrato più volte che si tratta o di un'emozione a lungo trattenuta o di un trauma non elaborato o di una resistenza al cambiamento. Un elemento che si manifesta perchè si è maturi per affrontarlo e risolverlo.
Generalmente quando compare il disagio, occorre fare sempre molta attenzione alla parte del corpo che colpisce. Il corpo è molto schietto e diretto ed offre un primo supporto all'identificazione dell'origine del malessere. Il divenirne consapevoli spesso non significa avere chiarezza sulla natura del disagio, ma dare inizio ad un percorso volto a svelarla. Entra in gioco a questo punto la capacità di restare aperti al disagio, quando la reazione immediata sarebbe quella di resistervi o ignorarlo. L'apertura deve essere totale, includendo quotidianità, percezione, sogni, intuizioni, pensieri ricorrenti, immagini e ricordi. Questo passaggio può richiedere molto tempo, ma se si nutre la pazienza, il velo nebuloso che ci divide dalla comprensione diviene sempre più sottile fino a scomparire.
Un aiuto pratico ad alleggerire l'impatto del disagio, accogliendone la sofferenza, è il movimento. Ogni malessere genera un blocco energetico e non adagiarsi in questa immobilità, ma inserirvi l'intento di lavorarci - supportando lo scorrere dell'energia - è di grande beneficio. A volte anche dalla pratica corporea, se eseguita in modo consapevole, possono emergere informazioni importanti a donare chiarezza. Anche semplici esercizi, come quelli proposti nel libro "IL RITMO DEL CORPO" possono essere molto efficaci.
In caso di dolore, la mente rappresenta l'ostacolo maggiore ad un atteggiamento di apertura per via dei suoi suoi pensieri ossessivi ed estremamente soggettivi; la concentrazione sul corpo e sul suo movimento aiuta a distogliere l'attenzione dagli scenari bui e apocalittici che la sofferenza genera. Solitamente si ha difficoltà a riposare e a staccare la spina, per cui le coccole a se stessi, dedicandosi del tempo per fare ciò che più ci piace è un'ottima iniziativa.
Un'elevata dose di fiducia è l'antidoto migliore ad una mente prevaricante, mentre una respirazione profonda e consapevole ne favorisce il contenimento.
Inutile aggiungere che la prima domanda da porsi all'insorgenza del malessere è: voglio veramente guarire? Sono pronto a scegliere di stare bene e a lasciar andare ciò che mi fa stare male?
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