In questi giorni fa particolarmente freddo. Dalle mie parti a far compagnia al freddo c'è la nebbia, ragion per cui le persone escono di casa coperte di tutto punto con giacconi pesanti, cappellini di lana, sciarpe e guanti. Una tale zavorra fa da contrasto alle corse e alla fretta che caratterizzano i giorni prenatalizi.
L' inverno ormai alle porte è un invito all'introspezione e ad una vita più ritirata e tranquilla, ma, come sempre più spesso accade, le esigenze fisiologiche del nostro corpo vengono ignorate a favore delle innumerevoli incombenze che il Natale consumistico porta con sè.
E così, l'orda dei "frenetici pinguini" imbaccuccati sciama da un negozio all'altro riempiendo vie e locali, come fosse telecomandata da un imperativo superego teso a rinnovare, momento dopo momento, l'immagine del Natale con tanto di alberi addobbati, presepi, regali, pranzi e i famigerati ritrovi familiari.
Non ci si vede nè ci si sente per mesi, ma a Natale è d'obbligo unire l'accozzaglia del parentado indossando il sorriso e calibrando le solite frasi di circostanza alla bisogna : "Come ti trovo bene! Non sei invecchiato affatto! Che splendido vestito! Che magnifico regalo! ...".
Non ci si vede nè ci si sente per mesi, ma a Natale è d'obbligo unire l'accozzaglia del parentado indossando il sorriso e calibrando le solite frasi di circostanza alla bisogna : "Come ti trovo bene! Non sei invecchiato affatto! Che splendido vestito! Che magnifico regalo! ...".
E il freddo oltre che fuori dalla finestra, lo ritroviamo nei cuori dei partecipanti alla grande sagra "A Natale puoi ... essere come non sei stato mai!".
Nel corso dell'anno facciamo il possibile per svicolare dal parente invadente, da quello curioso, da quello giudicante, mantenendo la nostra integrità, e poi a Natale scivoliamo brutalmente sulla buccia di banana dell'educazione conformandoci ai "si deve e non si deve fare" e soccombendo alle maschere, ai non detti, ai sorrisi forzati e al respiro corto. ("In fondo è solo un giorno, ce la posso fare !"- Certo che sì, se dimentichiamo il prepartita delle 3 settimane precedenti con le sue corse e la sua frenesia e il recupero post partita!).
E così da "pinguini imbaccuccati" ci trasformiamo in "pinguini congelati". Le nostre ossa scricchiolano, le cervicalgie e le lombosciatalgie imperano e fanno da corollario a nausee, mal di stomaco e cefalee.
Poi siamo bravi a raccontarcela e giustifichiamo immediatamente i malesseri con le frasi "post circostanza": "Stare seduti tante ore a tavola è faticoso, ho mangiato troppo, forse ho esagerato con lo spumante ...".
Il coraggio di ascoltarsi a Natale è latitante: è scappato dagli Elfi al Polo Nord a farsi due risate osservando da lontano il teatrino dell'umano natalizio due punto zero sedici.
Babbo Natale ha un bel da fare a dispensar libri sotto l'albero in ogni casa. Gli Elfi propongono per il prossimo anno di allegare le istruzioni per l'uso. Chissà. ;-)
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