Estratto da "LA DEPRESSIONE E IL CORPO di A. Lowen":
"Quanto poco realistico sia l'atteggiamento di una persona depressa appare molto chiaramente dal grado della perdita di contatto della persona stessa con il proprio corpo. Vi è una mancanza di percezione di sè; l'individuo non si vede come è, dato che la sua mente è concentrata su un'immagine irreale. Non è consapevole delle limitazioni imposte dalle proprie rigidità muscolari, eppure queste limitazioni sono la causa della sua incapacità a realizzarsi come persona nel presente. Non sente i disturbi che si frappongono al funzionamento del proprio corpo, la motilità ridotta e la respirazione inibita, in quanto si identifica con il proprio ego, con la propria volontà e con la propria immaginazione. La vita del corpo, che è vita nel presente, è respinta come irrilevante, poichè gli occhi sono rivolti a uno scopo futuro che è il solo ad avere un significato."
Molto interessante questa riflessione di Lowen che attraverso risvolti concreti riguardanti la fisicità, definisce il manifestarsi della depressione. Insiste poco più avanti sullo stesso tema: "Nel perseguimento delle nostre illusioni, ci creiamo degli scopi irreali: cioè scopi il cui conseguimento eventuale riteniamo ci consentirebbe automaticamente di essere liberi e di riconquistare il diritto all'autoespressione, e ci renderebbe capaci di amare. Ciò che è irreale non è lo scopo, ma il compenso che supponiamo debbe seguire al suo conseguimento." E proprio grazie a questa ulteriore riflessione che possiamo facilmente intuire il limite che ci vincola: disperdendo energia all'esterno evitiamo di fare i conti con le nostre debolezze, le nostre paure ed il nostro dolore. Deleghiamo il nostro potere personale all'illusione che le situazioni possano risolvere il nostro disagio.
Nessun commento:
Posta un commento