Estratto da "FRAMMENTI DI UN INSEGNAMENTO SCONOSCIUTO di Ouspensky":
(Gurdjieff mostrando l'esercizio dello "stop" ai suoi allievi, disse:)
"Ogni razza, disse, ogni epoca, ogni nazione, ogni paese, ogni classe, ogni professione possiede un numero definito di pose e movimenti che gli sono propri. I movimenti e le pose, o attitudini, essendo ciò che vi è di più permanente, di più immutabile nell'uomo, controllano la sua forma di pensiero, come la sua forma di sentimento, ma l'uomo non fa uso nemmeno di tutte le pose e di tutti i movimenti che gli sono possibili. Ognuno ne adotta un certo numero, in conformità alla propria individualità. In tal modo il repertorio di pose e di movimenti di ciascun individuo risulta molto limitato.
Il carattere dei movimenti e delle attitudini di ogni epoca, di ogni razza e di ogni classe, è indissolubilmente legato a determinate forme di pensiero e di sentimento. L'uomo è incapace di cambiare la forma dei suoi pensieri e dei suoi sentimenti fino a quando non ha cambiato il suo repertorio di pose e di movimenti. Le forme di pensiero e di sentimento possono essere definite pose e movimenti del pensiero e del sentimento e ognuno ne ha un numero limitato. Tutte le pose motrici intellettuali ed emozionali sono collegate tra loro.
Un'analisi dei nostri pensieri e sentimenti, coordinata con uno studio delle nostre funzioni motrici mostrano che ciascuno dei nostri movimenti, volontari o involontari, è un passaggio inconscio da una posa ad un'altra, entrambe altrettanto meccaniche.
E' un'illusione credere che i nostri movimenti siano volontari. Tutti i nostri movimenti sono automatici e altrettanto lo sono i nostri pensieri e i nostri sentimenti. L'automatismo dei nostri pensieri e dei nostri sentimenti corrisponde esattamente all'automatismo dei nostri movimenti; l'uno non può essere cambiato senza l'altro, di modo che se l'attenzione dell'uomo si concentra per esempio sulla trasformazione dei suoi pensieri automatici, i movimenti e le attitudini abituali interverranno tosto nel nuovo corso del pensiero, imponendogli le vecchie associazioni abitudinarie.
Nelle circostanze ordinarie, noi non possiamo neppure immaginare quanto le nostre funzioni intellettuali, emozionali e motrici dipendano le une dalle altre; e tuttavia, non ignoriamo come i nostri umori e i nostri stati emozionali possano dipendere dai nostri movimenti e dalle nostre pose. Se un uomo prende una posa che corrisponde in lui a un sentimento di tristezza e di scoraggiamento, allora egli può essere sicuro di sentirsi molto presto triste e scoraggiato. Un cambiamento intenzionale di posa può provocare il lui la paura, il disgusto, la nervosità, o al contrario, la calma. Ma come tutte le funzioni umane, intellettuali, emozionali e motrici hanno il proprio repertorio ben definito, e poichè esse reagiscono costantemente le une sulle altre, l'uomo non può mai uscire dal cerchio magico delle proprie pose."
"IL CORAGGIO DI ASCOLTARSI" nacque dall'integrazione dell'esperienza del mio lavoro personale con quello dei gruppi di meditazione. L'intuizione del "IL RITMO DEL CORPO" fu la naturale conseguenza alla consapevolezza dei limiti di un lavoro sull'interiorità legato alla fisicità in modo marginale. La sperimentazione e la ricerca personale con i gruppi di qi gong daoyin, basata su questo spunto, si rivelò oltremodo interessante e diede vita al nuovo volume.
Ieri leggendo queste parole di Gurdjieff non ho potuto far a meno di dedicarmi un piccolo momento di coccole per aver seguito con intensità il cuore e l'intuizione nel lavoro verso la consapevolezza.
Questo breve estratto darà vita a molte altre riflessioni che esporrò nei prossimi blog per non rendere quello di oggi un bilico di spunti ;-)
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