Il respiro
"Buongiorno,
carissimi lettori de “IL GIARDINO DEI LIBRI”!
Vorrei analizzare insieme a voi alcune riflessioni sul respiro, prezioso strumento a nostra disposizione per
imparare a rilassarci e a staccare la spina, per stare bene con noi stessi e con gli altri.
Considerando che il corpo sarà nostro alleato in questo esercizio di consapevolezza, vi suggerirei di assumere una posizione eretta, con i piedi leggermente distanziati tra loro e le braccia naturalmente rilasciate lungo il busto. Muovetevi e aggiustate la posizione fino a sentirvi a vostro agio.
Innanzi tutto vi chiederei di ascoltare il vostro respiro: spesso vi prestiamo, infatti, poca attenzione. Ci siamo abituati a ritmi di vita molto sostenuti e per questa ragione anche il respiro vi si è adattato divenendo sempre più contratto e superficiale.
Il primo passo per tranquillizzare la mente è proprio quello di adottare un respiro consapevole, profondo e rallentato. Le prime volte non sarà semplice riuscirvi , ma può esservi d’aiuto focalizzarvi su inspirazione ed espirazione attraverso il corpo. I nostri polmoni devono dilatarsi per poter accogliere più aria e questo passaggio è possibile solo se le spalle sono aperte e rilassate: cerchiamo quindi, muovendo le braccia in modo sciolto lungo il corpo, di lasciar andare la tensione presente nelle spalle e raddrizziamo il busto con il petto in fuori. Se l’inspirazione sarà così profonda da gonfiare anche l’addome, la nostra inspirazione avrà incanalato una quantità d’aria ottimale.
Poi, senza trattenere il
respiro, apritevi all’espirazione svuotando il più possibile i polmoni. Molto probabilmente il tentativo di allungare il respiro avrà l’effetto di stimolare momenti di apnea o di affanno.
Fermatevi, ascoltate il vostro corpo e senza forzarlo adeguate il respiro alle vostre possibilità, incrementando gradatamente la quantità d’aria. Anche un ritmo respiratorio leggermente più rallentato del solito apporterà ottimi benefici: con la pratica e il tempo, il respiro si allungherà naturalmente.
La mente gioca un ruolo importante
La mente giocherà un ruolo importante in questo esercizio: le prime volte che proverete a farlo noterete come i pensieri cercheranno continuamente di distogliere la vostra attenzione dal respiro. Armatevi di pazienza, continuate a provarci e non demoralizzatevi: è assolutamente naturale. Anzi, l’imparare a respirare con calma vi sarà di grande aiuto proprio nei momenti di maggior stress, quando la mente è più attiva.
Quando avrete trovato il vostro ritmo e vi sentirete in sintonia con il respiro, portate l’attenzione ai vostri piedi e al loro contatto con la terra: cercate di sentire l’appoggio e rendetelo il più possibile uniforme, evitando di caricare il peso troppo sulle punte o sui talloni o sul lato interno o esterno della pianta del piede. Se percepite disagio, muovete i piedi e poi posizionateli nuovamente. Quindi, ascoltate le gambe e se percepite contratture e tensioni, fate dei leggeri piegamenti o delle lievi oscillazioni per sciogliere la rigidità e trovare una postura più rilassata. Ora prestate attenzione alla schiena: solitamente è la zona più contratta dove si accumula maggiormente lo stress: muovete le spalle e il busto per lasciar andare le tensioni; potrebbe essere utile girare la testa per mobilizzare il collo e dondolare le braccia insieme alle spalle per scioglierne la rigidità. Focalizzatevi sulle mani e lasciate le dita assumere una posizione naturale: spesso tendiamo inconsciamente a trattenere, chiudendo le mani a pugno o mantenendo le dita contratte. A questo punto la testa potrà farsi sentire, riempiendosi di pensieri: tornate all’ascolto del respiro continuamente senza combatterli; non si può bloccare la mente, ma si può non rimanere agganciati ai pensieri: lasciateli scorrere liberamente e riportate imperterriti l’attenzione su inspirazione ed espirazione.
La percezione del corpo ci porta a contatto con tensioni e contratture che senza un ascolto mirato tendiamo ad ignorare. Ora proveremo a lavorare su di esse più in profondità con l’aiuto del respiro: è di grande sollievo, infatti, deviare l’attenzione dalla zona dolente per focalizzarla su ispirazione ed espirazione. La concentrazione sul respiro ha due funzioni importantissime: la prima è quella di tranquillizzare la mente e la seconda è quella di stimolare un movimento fisico (di espansione e contrazione) che muove l’energia del corpo favorendo lo scioglimento delle sue contratture.
Nella nostra quotidianità ci capita sovente di arrabbiarci e di sentirci affaticati dagli eventi e dalle emozioni provate e questo stato si manifesta nel nostro corpo come rigidità e dolore.
L'importanza di respirare consapevolmente
Per questo è importante imparare a respirare consapevolmente. Spesso siamo incapaci di rilassarci e scaricare la tensione e così tendiamo ad accumulare sempre più tossine all’interno del nostro corpo.
A tal proposito, vi propongo un metodo molto semplice che trae ispirazione dalla natura: provare a essere un albero che respira. Potete farlo usando l’immaginazione, la visualizzazione, la percezione tattile o molto semplicemente accostandovi ad un albero che vi piace ed entrando in sintonia con esso.
L’albero ha radici nella terra e rami verso il cielo: si trova, cioè, tra cielo e terra e accoglie al suo interno un’energia fisica (il nutrimento dalla terra) e un’energia più sottile (quella del sole e dell’aria) che sapientemente trasforma per crescere, fiorire e dare frutti.
Così è per l’uomo che nella trasformazione delle sue energie più sottili in manifestazione fisica, proprio come fa l’albero con i frutti, può trovare la propria realizzazione.
Accogliamo, quindi, le nostre radici per aver la forza di elevarci verso il cielo e aprirci al respiro della vita consapevolmente!
Lasciamo fluire dentro di noi l’energia del respiro: immaginiamo che avvolga il nostro albero e lo attraversi nella sua totalità fino ad arrivare alle radici dei nostri piedi per essere restituita alla terra.
Abbandoniamo per un momento preoccupazioni, aspettative, desideri e ritroviamo la gioia dell’essere, con semplicità, esattamente come siamo e dove siamo.
Respirando siamo vivi e abbiamo tutto ciò che ci serve per stare bene. Cos’altro ci è così indispensabile come l’aria che ci tiene in vita? C’è aria sufficiente per tutti perché ognuno di noi si merita la gioia.
L’apertura alla gioia dipende da noi: espandiamo i nostri polmoni per accoglierla!
Abbandoniamoci alla ricchezza del respiro e allo stato di benessere che genera: inspirazione e espirazione seguono il battito del nostro cuore e ci mettono in contatto con il nostro corpo e la nostra interiorità.
Il respiro è un grande maestro di consapevolezza
Il respiro è un grande maestro di
consapevolezza: ci insegna a non trattenere e a lasciar andare. L’aria che inspiriamo è un dono dell’universo così come l’aria che espiriamo è il dono che noi stessi restituiamo all’universo, con leggerezza e senza attaccamenti.
Se riusciamo ad entrare in armonia con questo ritmo così naturale, impareremo a ricevere e a donare, ad accogliere le infinite esperienze della vita e a lasciarle andare.
Nulla ci appartiene veramente, l’aria che respiriamo ce lo ricorda continuamente.
Non possiamo trattenere il respiro nè controllarlo privilegiando l’inspirazione o l’espirazione.
Perché, allora, lo facciamo con la nostra vita?
Tentiamo continuamente di controllarla e di dirigerla.
Spesso ci identifichiamo con le nostre proprietà, la nostra immagine, i nostri punti di riferimento (lavoro, famiglia, casa …), le nostre emozioni, paure e debolezze, a tal punto da dimenticarci che noi non siamo tutte queste cose e che il rimanervi agganciati non farà che appesantirci verso la dimensione materiale rendendoci schiavi di ciò da cui dipendiamo. Ogni cambiamento avrà il potere di destabilizzarci e di farci stare male.
Immaginate di camminare in montagna: il vostro corpo accoglierà naturalmente un respiro più corto per via della fatica e dell’altitudine e troverà un equilibrio adattandosi ad esso. Se il vostro corpo cercasse di mantenere il respiro che utilizzate regolarmente in pianura andrebbe in sofferenza.
Per via di questo naturale meccanismo di autoregolazione il nostro respiro si fa corto e superficiale quando siamo stressati, per adattarsi alla rigidità muscolare che ci caratterizza.
Il nostro corpo cerca, infatti, naturalmente un equilibrio nelle condizioni in cui si trova a vivere: in situazioni estreme cercherà comunque di favorire la sopravvivenza e con il respiro compenserà il nostro livello di stress fintanto che non sarà più in grado di farlo e dovrà arrendersi alla malattia. La malattia sarà dunque il mezzo per condurci ad una presa di coscienza più profonda che ci porti ad analizzare il vissuto per cogliere la radici del nostro disequilibrio. Certo possiamo continuare a sopravvivere nel disequilibrio fino a quando il corpo ce lo permette, ma con la consapevolezza che sopravvivere non significa vivere. Non siamo nati per trascurarci, per sottoporci a ritmi massacranti, per essere sempre arrabbiati, tesi e chiusi in noi stessi.
Il rispetto per se stessi è un diritto inalienabile, così come lo è il rispetto per la vita.
Ritroviamo allora il nostro spazio tra cielo e terra e torniamo a respirare a pieni polmoni.
Rallentiamo i nostri ritmi e cerchiamo di armonizzarli con la natura: il dono della vita è prezioso così come la nostra unicità."
Donatella Coda Zabetta